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giovedì 4 settembre 2025

Terrorizzati e bloccati in DISCESA su bdc

In giro ho visto ben pochi stradisti andare forte in discesa.

La maggior parte di chi usa la cosidetta 'specialissima' si concentra sulla quantità di km macinati e sulla salita, ma anche qui spesso e volentieri badando alla lunghezza, non al tempo.

La discesa interessa a pochi.

Non capisco se la pensano così perché vedono il ciclismo solo come uno sport di fatica e resistenza, o se perché hanno limiti psicologici e ciclistici.

La discesa è fighissima!

Sia in MTB che su una BDC.

C'è poco da fare.

Quindi quando uno esce per pedalare in salita, deve focalizzarsi anche e per forza sulla discesa: sia perché farà parte del percorso, sia perché migliorarsi è utile per godersela.

Invece molti la affrontano in maniera rigida. C'è chi ha paura e si irrigidisce e chi si irrigidisce perché la snobba e non ha assolutamente voglia di osare e godersela. Viene proprio snobbata al pari della DH da molti stradisti e xcisti. 

Ah, è discesa, capirai.

Come sarebbe a dire capirai? 

Eh non si fa fatica!

Ma che c'entra! Sempre ciclismo è!

Se vai in giro è pieno di strade e sentieri da percorrere in discesa. Se si vuole andare più forti in pianura e in salita, perché non volerlo fare anche in discesa?

Non capisco proprio.

Beh, comunque, per riuscire ad andare forti o cmq più veloci di prima in discesa, basta volerlo fare.

Ci sono stati giorni in cui ero una frana perché avevo disturbi intestinali oppure avevo freddo e queste cose mi rendevano rimbambito. Ma in generale appena inizia una discesa mi gaso di brutto e vado giù senza farmi problemi su pendenza, curve e controcurve, frenate, traffico, ecc.

Bisogna essere molto rilassati oltre che determinati e vogliosi. Bisogna tenere le braccia un po' piegate al pari delle gambe, avere il baricentro basso, quindi abbassare la sella e via andare.

Ho letto in un forum post di gente che chiedeva consigli tecnici.

La tecnica può consistere nella posizione del corpo, compresa quella delle gambe (quella intera deve stare piegata per evitare che il pedale tocchi terra, mi pare ovvio, e invece vedo fare l'opposto, mah), nel far scendere la bici e non il corpo assieme alla bici come si fa in moto, e nella frenata, frenando delicatamente con l'anteriore nella prima parte della curva per poi smettere, così come ovviamente nel frenare con più potenza verso la fine del rettilineo...e infine bisogna godersi le curve, quindi guardare il percorso su mappa prima di farlo e poi guardare un po' più in là per capire che curve ci saranno e trovare quindi la giusta traiettoria, evitando di imitare i pro in gara perché loro gareggiano su strade chiuse.

Di sicuro conta la propria esperienza. Non è un discorso di età come alcuni dicono, ma di abitudine. All'inizio tanti possono aver paura, ma più la si fa più passa. 

Io sono abituato da tanti anni a percorrere le strade strette, ripide e curvore della collina di Torino, quindi essendo abituato, non mi fanno paura. Agli inizi, quando avevo un po' di paura, frenavo male e una volta stavo per andare dritto... ma era una delle mie prima discese da ragazzino. Ora, beh non solo ora, da tanti anni ormai, non sbaglio più nulla su strada, non certo perché io sono un maestro o un pro, ma per una questione di abitudine, di pratica.

Se uno non pratica spesso uno sport, come può pensare di migliorare?

Quando ho riniziato a nuotare l'anno scorso dopo anni di mia assenza in acqua, ero una frana. Andando spesso in piscina sono migliorato un casino.

Oppure pensiamo allo sport più popolare in Italia e non solo: il calcio.

Fino a 13 anni facevo pena. Poi a furia di giocare ogni giorno anche da solo contro il muro e palleggiare, a 15 anni c'era chi mi voleva chiamare Pelé. Ma mica perché io sia nato Pelé, semplicemente perché la mia mente comunicava certe cose al corpo che cambiava atteggiamento, postura, ecc.

Quindi vi consigliare di fare tante tante tante volte le discese più ostiche, prima piano-piano per capire come muovervi e per migliorare il feeling. 

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