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domenica 30 gennaio 2011

Mentre si corre si pensa?

Mi capita spesso, ad esempio quando sto tornando a casa dalla biblioteca, di pensare se i corridori che incrocio pensano a qualcosa o se c'è calma piatta nel loro cervello; se penso che sia così mi dispiace per loro e mi sento un pesce fuor d'acqua sentendomi preso da tutti i problemi del mondo che scopro nei libri che leggo.
Il giorno dopo, però, anche io vado a correre e sono in bicicletta o anche a piedi ci sono due momenti: in uno penso alla prestazione, a ciò che vedo e che devo affrontare, nell'altro invece ho tempo per riflettere su ciò che vedo in senso lato e sui miei vari problemi/pensieri che possono riguardare la mia vita privata o la vita in generale.
La cosa bella è che in entrambi i casi ogni cosa che si pensa e che passa per la testa ha un'importanza minore rispetto alla corsa; questa aiuta a non concentrarsi troppo su certi argomenti che se affrontati a casa sulla poltrona potrebbero portare alla depressione.


Chissà se i corridori che incontro pensano, forse pensano che se corressero sempre non avrebbero mai problemi e correre infatti significa un po' allontanarsi dai mille problemi materiali ed esistenziali.

sabato 29 gennaio 2011

Brutte strade

Le strade sono terribili per i ciclisti, infatti sui lati di ogni corsia ci sono tombini e tratti "tappezzati" alla carlona composti da buche e gobbe; così è veramente snervante prendere certe vie che costeggiano il corso principale.

A ciò si deve aggiungere la pericolosità delle strade di campagna piene di ghiaietta, a differenza delle strade principali che collegano i vari paesi che sono abbastanza pulite, tranne ovviamente in certi punti sui bordi.
Le strade di cui prima sono completamente invase da sassolini, sabbia, terra, fango e non ci si diverte per nulla in discesa, mentre in salita tanto quanto.
Non avendo mai compiuto uscite invernali prima di quest'anno non ci avevo pensato, così ora so che devo cambiare itinerari rispetto a quelli primaverili ed estivi.

Ulteriore "dramma" oltre al freddo che colpisce il mio naso ed i miei piedi
.

domenica 23 gennaio 2011

Piste ciclabili

Pur cercando di pedalare non da turista, ovvero cercando sempre di migliorare ed essere sempre un po' più potente e veloce, prendo spesso alcune piste ciclabili vicine alla mia città, perchè mi consentono di evitare "stretti rapporti" con gli automobilisti e tutti gli annessi e connessi (gas di scarico e possibili incidenti o comunque il dover prestare sempre attenzione non alla mia pedalata e al paesaggio, ma agli incroci).

Le piste ciclabili non sono l'ideale per il ciclista serio (o semi-serio), infatti presentano spesso molte curve, controcurve e lievi e brevi pendenze che spezzano il ritmo, non presenti però nella strada che costeggiano e che il ciclista ha voluto (saggiamente, per questioni di salute) evitare.
Un altro problema molto sentito dai "bitumari" è la presenza di polvere, ghiaietta, presente quando la pista scorre lungo gli argini dei fiumi o in campagna, e presente anche perchè, lo sappiamo bene, le strade italiane vengono lavate molto di rado (figurarsi le strade per le bici..).

Il problema più grosso è pero quello relativo agli utenti delle piste, infatti, purtroppo, non vengono usufruite solo dai ciclisti, ma da moltissimi pedoni (ovviamente quando la pista è nei pressi di un paese). So bene che ci sono piste ciclabili in cui la convivenza è obbligatoria, ma i pedoni invadono ogni striscia d'asfalto, in barba ad ogni cartello e segnaletica orizzontale che indica solo e soltanto biciclette.
Provate a camminare su una pista ciclabile in Olanda e se ne uscite sani e salvi reputatevi fortunati, ihih

Dimenticavo: in città le piste ciclabili o non hanno protezioni, non sono cioè separate adeguatamente dalla corsia stradale, o passano fra incroci pericolosi, ad esempio quando la pista affianca un marciapiede con alla destra l'entrata e l'uscita nei/dai cortili (senza cancelli perchè vi sono supermercati). Queste sono assolutamente da evitare, in questi casi meglio prendere la strada!
In Italia non vengono progettate, semplicemente vengono tirate delle linee laddove c'è posto!

domenica 16 gennaio 2011

5: Reano. Primo giro dell'anno

Dopo aver acquistato dei guanti invernali (in realtà non da ciclismo ma ad escursionismo - e devo dire che quando cala il sole vanno benissimo! -), un sottocasco ed aver indossato una calzamaglia non da bdc (in realtà van meglio per ovvi motivi i gambali o la calzamaglia vera e propria da bdc che acquisterò a breve) e dopo aver percorso circa 80km in pianura pedalando ad una velocità moderata, oggi ho finalmente fatto un giro di 55km circa abbastanza serio e con una buona andatura.

La meta è stata Reano, in Val Sangone, paesello sito fra Avigliana e Trana.
Partendo dalla Fiat Mirafiori si deve imboccare la lunga Strada del Portone e percorrerla fino in fondo fino alla rotondona principale che passa sotto la sopraelevata di corso Allamano. Giunti all'incrocio si può evitare di circumnavigarla e prendere sulla destra la pista ciclabile che ci porta sulla strada provinciale 175 (clicca per il link).

Dopo circa 1km di rettilineo, stando al sicuro dal veloce traffico automobilisti e dai tir grazie alla pista ciclabile separata, si deve girare a destra per una stradina di campagna che prende il nome, non si sa perchè, di Strada Moncalieri (clicca per il link), che fra le altre cose porta al GARU, dove si addestrano i cani). Il manto non è perfetto, ma essendo semi-sconosciuta e passando fra dei campi non me ne stupisco.
Prima del Garu troviamo sulla sinistra un muretto beige, bene, lì c'è una fontana bella fresca! Superato il Garu si può scegliere se prendere la sopraelevata o il sottopassaggio (corto ma buio, stretto e con l'asfaltatura che lascia molto a desiderare a causa del passaggio dei trattori) per superare la tangenziale (clicca su per il link) e giungere veloci-veloci alla borgata Genola.

Riprendendo la "famosa" Strada Moncalieri ci sono due opzioni: o andare dritto verso Rivoli (ma per giungere in corso Francia/corso Susa la strada è dispersiva) o girare a destra in corso 4 Novembre (clicca su per il link). Lo si percorre per 1km fino a giungere alla rotonda di corso Allamano: si gira alla terza uscita (verso Ovest) per corso Luigi Einaudi (Rivoli), in pratica una via che taglia per giungere abbastanza velocemente in corso Francia. Da qui il mio consiglio è andare verso Nord prendendo corso Torino (clicca su per il link), siccome corso Susa (il corso da prendere svoltando a destra, dopo aver percorso per un qualche centinaio di metri corso Francia) presenta un fondo di acciottolato.

La direzione è sempre verso Ovest, prendiamo la seconda parte di Corso Susa dunque, e alla quarta rotonda corso De Gasperi (a sinistra, verso Sud). Questo corso è quello che porterebbe al fantastico castello di Rivoli (che presenta un museo di arte contemporanea), ma alla rotonda anzichè prendere a sinistra, giriamo a destra (nuovamente Ovest) per via Rosta (clicca su per il link), dove nei primi metri troviamo una fontana in un giardinetto sulla sinistra, di fronte ad un campo di calcio).
Attenzione: è una strada pulita, ma non molto larga pur essendo a doppio senso di marcia e oltre la striscia bianca laterale non c'è spazio e durante i giorni feriali passano diversi camion (la domenica è molto tranquilla, sia al mattino che al pomeriggio), ma è comunque molto piacevole se non fosse per i vari cantieri necessari alla detestabile costruzione di nuove villette (forse i Comuni, non potendo più incassare l'ICI, sono costretti a concedere con troppa nonchalance terreni che una volta verdi davano "una marcia in più" al panorama delle strade).
Grazie a Google Maps noto l'esistenza di via Ponata/Strada antica di Buttigliera Alta/via Stazione Rosta (clicca su per il link) che consente di non passare dentro Rosta e che paesaggisticamente parlando offre migliori scorsi di campagna e vedute sulle montagne circostanti. Via Ponata (clicca su per il link) la si prende andando dritto alla prima curvona (SX) di via Rosta. Via Rosta la si percorre per quasi 6km nei quali si trova qualche piccolo dislivello.

A Buttigliera Alta c'è la deviazione per Reano e non ci si può sbagliare siccome c'è l'incazione. La strada, che si prende girando a destra verso Sud, parte subito in salita, costeggia vecchi caseggiati di campagna e dopo poco li abbandona per farci pedalare accanto (finalmente!) agli alberi della collina morenica. La strada si chiama via Reano (clicca su per il link). La salita è lunga solamente 1,6km (anzi, di meno, siccome poco prima dell'arrivo c'è una discesa), ma quando si è al primo giro stagionale si fa sentire: sarebbe dunque salutare percorrere tutto il percorso sin qui fatto pedalando in modo leggero, per poi divertirsi a scalare questa collinetta almeno 3 volte.
Via Reano diventa via Maria Vittoria (clicca su per il link) e la discesa è su uno stretto rettilineo, in parte panoramico (verso il Moncuni, Ovest) e in parte stretto dalle case del paese (la strada diviene verso la fine ancora più stretta e bisogna prestare attenzione alle auto che salgono e a quelle che possono spuntare dai cancelli ai lati). Giunti al fondo c'è un bivio e si gira a destra, si segue il senso di marcia e alla rotonda si prende via della Nombarda (clicca su per il link) o via Roma se si vuole scendere a Trana.
Anche questa è una strada stretta, ma poco trafficata, si pedala veramente bene, in leggera discesa (con due soli piccoli tratti in salita). Superata la rotonda vicino a Strada Campo Rosso (clicca su per il link), c'è la seconda breve salita e la seconda discesa seria del giro.

Si possono prendere notevoli velocità, è molto divertente, ma si deve essere pronti nello svoltare a destra per prendere la terza ed ultima discesa del giro che ci porta a Sangano (via Sangano, clicca su per il link). Due bei tornanti abbastanza ravvicinati, un bel rettilineo con al fondo una larga curva verso destra e la discesa si conclude poco prima del ponte che supera il torrente Sangone, ma ci si deve fermare subito, siccome lì, a destra, si trova l'imbocco per la pista ciclabile (clicca su per il link) che porta alla zona industriale di Bruino. Non ci si può perdere!
Superata questa, si prende un altro tratto di pista ciclabile in Via Piossasco.
Attraversato ancora una volta il torrente Sangone si gira subito a destra per un altro pezzo di pista ciclabile. Con questa si supera Rivalta, Orbassano e si giunge a Beinasco! Purtroppo sulla mappa non è segnata, ma è visibile, ma anche in questo caso non ci si può sbagliare.
Da Beinasco penso proprio sia un giochetto da ragazzi arrivare al punto di partenza :)

KM: circa 50.
Salite serie: n.1
Discese: n.3
Pista ciclabile: sì, durante parte del ritorno
Fontane: sì, n.2

mercoledì 5 gennaio 2011

Inverno per l'Estate

Siccome voglio allenarmi anche in inverno per poter poi pedalare alla grande in montagna quest'estate, domani con l'inizio dei saldi cercherò un sottocasco per coprire cranio, orecchie, naso e magari anche bocca (in pratica solo gli occhi sono liberi, eheh) e anche dei guanti che probabilmente userò anche durante le prime settimane di Aprile.
E' veramente importante non fermarsi d'inverno e, nei giorni più freddi, si può compensare la mancata pedalata con una breve corsetta. Attualmente sto facendo queste (di giorno in giorno sempre più lunghe), in attesa di poter fare qualche giro di 30-40-50km in pianura con la bici.