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mercoledì 31 luglio 2019

Le mie salite del 2019 nella collina di Torino

Quest'anno, per ora, ho fatto solo 4 salite lunghe qua in collina, nonostante abbia iniziato a pedalare a fine febbraio.

Perché? Troppo caldo! Già tanto se sono riuscito a farle, va bene così, e penso di farne molte di più da qui a settembre.

L'anno scorso, ad esempio, mi era venuta la voglia di tornare a pedalare in salita, ma considerando che al mattino non ho mai molta energia (penso sia normale averne di più dopo pranzo, no?) e che al pomeriggio non si respirava, ho preferito lasciare stare, anche perché comunque negli ultimi anni non ho fatto praticamente nulla.

Però, dicevo, avendo iniziato a pedalare presto, mi sono divertito abbastanza facendo anche un buon numero di chilometri in pianura (seppur con qualche salitella, come ad esempio quella, tosta, che porta al castello di Rivoli).

Ora sapete cosa sto facendo in collina?
Ogni volta che salgo, cambio strada, voglio rivedere e riprovare le strade che facevo da ragazzino.

Ho iniziato con la solita che passa da Cavoretto (ma ci devo ripassare perché mi fermai a strada Tetti Gariglio, dove inizia quel tratto ripidissimo),

poi sono salito al colle della Maddalena prendendo strada San Vito (due volte, perché la 1^ volta mi son fermato prima del bivio che porta al colle, a metà del parco della Rimembranza),

la penultima volta ci sono arrivato prendendo via Luigi Gatti + Viale Catone, stradina che forse pochi conoscono.
Io la conosco da tantissimi anni perché la presi a 13-14 anni (è stata la mia 1^ salita!) in bici per andare a trovare mia nonna ospite di un centro di riabilitazione,
 
infine, l'altro giorno, sono salito all'Eremo prendendo strada Santa Margherita (che diventa strada comunale di Pecetto), quella che passa di fianco a Villa della Regina.

Se non erro, la salita che porta a Cavoretto, se fatta tutta nella strada principale, ovvero viale XXV Aprile, è la più facile della collina (mentre è abbastanza ripida la strada più diretta che si chiama strada comunale di Cavoretto). Inizia ad essere dura solo da strada Tetti Gariglio senza mai mollare fino alla Maddalena.

Strada San Vito parte subito ripida e nel primo curvone il fondo stradale è messo veramente male. Dopo, se ricordo bene, non ci sono più problemi.

Via Gatti e Viale Catone sono l'uno il proseguimento del primo. Anche questa strada sale subito e si presenta con una strada terribile. Sia all'andata, sia al ritorno, perché c'è una bella buca, quindi state il più possibile a destra, altrimenti la beccate. Se avete una bdc son volatili per diabetici.
Questa salita da ragazzino l'ho fatta tante volte e mi è sempre piaciuta perché poco frequentata e con belle curve. L'unica parte che in discesa ho sempre digerito poco, è la curva di viale Catone che compare dopo un rettilineo. Tornando alla salita: ad un certo punto trovate una deviazione a sinistra. Potete o proseguire per raggiungere villa Gualino e da lì il parco di San Vito, oppure svoltare prendendo Viale Seneca, ancora meno trafficato, che vi porta sopra al parco.

La Strada di Villa Regina la prendete da corso Lanza e anch'essa si presenta sin da subito con una bella pendenza e con... il fondo dissestato. Sia all'inizio, sia in una curva nella parte finale, all'incirca qui (se non lì, un po' prima o un po' dopo). Fate veramente attenzione perché nei giorni feriali è super frequentata e solo in alcuni tratti è larga, mentre in molti si restringe e ci sono automobilisti bastardi che vanno ai mille all'ora.
In discesa fate attenzione in diversi rettilinei, perché dopo trovate curve a gomito molto strette! Controllate i freni!

Aggiornamento 31 Luglio 2019:

oggi ho fatto la salita di Strada Val Salice, era da tantissimi anni che non la facevo, probabilmente 20 ahahah!
Bisogna prendere viale Thovez che sale con calma e poi al bivio con strada del Nobile, stare sulla destra; da questo punto inizia a salire sempre di più fino a calare dopo il doppio curvone.

Ovviamente mica rimane sempre così, infatti riprendere a montare, ma il fondo mi ha piacevolmente sorpreso, infatti non ho trovato nessuna buca, anche perché è una strada meno trafficata rispetto a quella precedente, infatti a parte SUVvone, si pedala tranquilli. Eh già, rispetto a qualche anno fa, ora non dobbiamo solo stare attenti a bus e furgoni, ma anche ai stramaledetti e inutili SUV!

A parte il tratto iniziale, la sede stradale è larga, per cui c'è la massima visibilità.

Questa strada mi è sempre piaciuta perché presenta alcuni tratti in rettilineo o semi-rettilineo abbastanza lunghi (per quanto possano esserlo in collina) abbinati a dei fantastici curvoni a gomito.

Se come ogni salita va verso Est, verso la fine si "avvita" e va verso Ovest per arrivare poi al quadrivio Raby. Qui, svoltate a destra per salire alla Maddalena.

La discesa me la sono proprio goduta e se in salita sono stato superato da un ciclista veramente in forma, in discesa mi sono vendicato (pur avendone superato uno diverso :P).

Su Google Streetview potete vedere un ciclista in BDC salirci lo scorso marzo:
https://www.google.it/maps/@45.0419264,7.7151787,3a,39.3y,332.98h,69.41t/data=!3m6!1e1!3m4!1smcvhFQtREqoX4elxE7DIEQ!2e0!7i13312!8i6656

CIAOOO

lunedì 22 luglio 2019

Collina di Torino: le salite da fare

Di tutte le varie salite della fantastica collina di Torino ne ho già parlato anni fa (vedete i link a lato in questo blog!).

Nell'ultimo post vi ho parlato delle ultime salite che ho fatto quest'estate e ora faccio un elenco di quelle che devo e voglio ancora fare (quest'anno, perché in passato le ho fatte TUTTE TUTTE TUTTE, sentieri inclusi, là dove possibile):

Strada Santa Brigida da Moncalieri alla Maddalena, quella che si prende dalla piazza del castello

Strada Cunioli Alti (questa è pazzesca!), arriva alla Madda, prendendo strada Devalle e strada Santa Brigida più Strada Moncalvo, oppure si va a sinistra verso Cavoretto, prendendo strada dai Ronchi ai Cunioli Alti per poi salire prendendo strada della Creusa ecc.

Strada del Fioccardo, arriva a Cavoretto e poi ovviamente si prosegue. Veramente tosta, per fortuna non parte ripidissima come tante alte, così avete modo di scaldarvi, anche se per pochissimi metri.

Strada Santa Lucia, salita da infarto, arriva anche questa a Cavoretto, passando a lato del cimitero e quindi anche del famoso Parco Europa.

Strada alla villa Zanetti, questa non l'ho mai fatta, ho visto su Google Streetview essere super stretta e, visto che arriva al parco Europa, potete anche evitarla, prendendo quella che ho menzionato prima.

Strada Val Pattonera, super famosa e fatta 1.000 volte: arriva alla Madda prendendo inizialmente la strada larga che porta a Cavoretto, ovvero via XXV Aprile.

Viale Thovez, da corso Giovanni Lanza, + Strada comune Val Salice, arrivando al quadrivio Raby.

Strada Comunale Val San Martino, la si prende da piazza Asmara, zona Borgo Po, arriva nell'incrocio di strada Santa Margherita, Strada comunale di Pecetto (quella da prendere per salire all'Eremo, di cui ho parlato nel post precedente) e strada del Maniero (da prendere per salire alla Madda, ma facendo attenzione ai bivi: strada San Vicenzo che porta in strada Val Salice).

Strada Val San Martino Superiore, per prenderla bisogna girare a sinistra poco dopo aver preso la strada di prima. Vira poi verso Sud (destra) arrivando anch'essa nella strada comunale di Pecetto.
Fatta 2 volte, ne vale la pena. Molto carina e tranquilla.

Corso Chieri, la strada più trafficata che sale a Pino Torinese. Da lasciare perdere nei pomeriggi feriali.

Strada Comunale di Mongreno, che dopo un bel po' arriva in corso Chieri.

E poi c'è lei, la più cattiva e desiderata da tutti, ovvero la salita di Superga: Strada Comunale di Superga. Non l'ho fatta tante volte perché abito a Torino Sud, ma arrivare in cima è sempre un traguardo vitale per noi pedalatori!

lunedì 8 luglio 2019

Due chiacchiere sul mio ritorno in collina

A differenza degli ultimi anni, nei quali non riuscii a prendere quasi mai la bici (per diversi motivi, non ultima la motivazione, perché non ha senso fare sport se non si hanno i giusti ritagli di tempo), quest'anno ho iniziato bene l'anno, salendo in sella già a fine febbraio. Certo, niente in confronto al 2011 quando la presi addirittura il 1° gennaio, ah ah ah! Non a caso fu l'anno in cui feci il mio record di km...

Dicevo, ho preso abbastanza presto la bici, perché il clima era piacevole. Purtroppo poi il meteo è stato un po' 'ballerino', concedetemi questo termine, quindi a volte c'era un bel calduccio, e altre volte tanta pioggia e molto fresco. Bene o male, comunque, qualche giro in pianura prima e in collina dopo sono riuscito a farlo, anche in parte col caldo.

Questa è però l'estate più calda di sempre, credo, e allora le mie buone intenzioni di tornare ad andare bene in salita sono scemate, perché nelle ultime 2 settimane ho fatto solo 2 salite al Colle della Maddalena (Parco della Rimembranza di Torino), perché soffro troppo il caldo, mi va giù la pressione e ho solo voglia di stare seduto se non sdraiato. Non a caso l'ultima volta sono salito col cielo coperto.

Peccato perché le gambe stavano iniziando a girare bene anche nelle salite più impegnative e allora non posso che sperare in un calo delle temperature repentino grazie ai prossimi temporali previsti.
Arriveranno davvero? Alla fine durante nella settimana che seguiva quella più calda dell'anno, i meteorologi hanno sbagliato parecchie volte: dicevano che la temperatura max sarebbe stata di 34, invece riecco i 38 circa; poi dicevano "domani 29", e invece erano 34. Insomma, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio :)

Che senso ha questo post? Non lo so, volevo solo dirvi che andare in salita e poi in discesa mi piace veramente tanto, anche se da qualche anno lo faccio solo su strada. Ci sono stati anni in cui usavo sempre la MTB e d'estate andavo anche a Pila, Bardonechia, Sauze, Prali, ecc. Bei tempi quando coi miei amici della bici mi divertivo veramente tanto.

Tornando in collina, mi vengono subito alla mente tutte quelle salite e strade affrontate per la prima volta da ragazzino nella seconda metà degli anni '90 in totale solitudine. Potevo andare dove volevo, vestito come volevo, cantare ciò che mi piaceva e pareva. Il bello della bici è anche questo, starsene per i fatti propri andando via dalla propria casa, dal proprio quartiere (proprio tra virgolette perché non lo scelgono ovviamente i figli, ma i genitori), senza alcun obbligo nè limite, se non quello del buon senso e dei propri muscoli.

La bicicletta è anarchia pura nel senso più positivo del termine.
Spesso le persone, per anarchia, intendo solamente il caos e la violenza. In realtà anarchia significa non voler far parte delle architetture sociali, quindi sfuggire dalle varie prigioni e maschere. Sono convinto, inoltre, che non sia affatto necessario avere la fede religiosa per poter vantarsi di essere moralmente superiori alla massa, senza dunque dover badare alle convenzioni e leggi sociali e statali.
Mi spiego: se sono una brava persona posso definirmi anarchico senza problemi, perché non ho bisogno di studiare e rispettare le leggi, per rispettare il prossimo e l'ambiente.

Ecco, quando vado in bici oltre a pensare a quando cacchio comparirà la cima, mi sparo anche pensieri di questi tipo.

Ah, ma che salite ho fatto? Le ultime 2 volte sono salito per strada San Vito, ovvero quella strada che parte subito con estrema pendenza dalle vicinanze del ponte Isabella. Mentre nelle settimane precedenti ho fatto le salite intorno a Cavoretto, senza però superare la famigerata strada Tetti Gariglio (ora invece la farei, alla fine bastano 2 salitelle per rimettermi in forma, pur andando piano, perché per aumentare ritmo e potenza ci vogliono tante uscite fatte con una condizione mentale e alimentare ottima).

Fin dalla prima discesa di quest'anno, comunque, mi sono trovato benissimo, cercando la velocità massima e la migliore traiettoria possibile, anche perché ho pulito cerchi, pastiglie e homontato copertoni più larghi. Se non avete fretta nelle salite e volete migliorare nelle discese o godervele maggiormente, vi consiglio di modificare la larghezza. Non capisco perché molti stradisti, puntino tutto sulla salita e basta, per fare poi le discese super rigidi senza piegarsi. Mah!

mercoledì 3 luglio 2019

In piazza Baldissera si vede 1 bici ogni 100.000 auto

Tutti i torinesi, ne sono certo, conoscono il problema delle code infinite che si creano all'altezza di piazza Baldissera (dove si incrociano i corsi Principe Oddone, Mortara, Vigevano, Venezia).


Uno studente del Politecnico, lo scorso inverno, aveva stabilito che, per ridurre il problema, sarebbe necessario ridurre la portata massima di automobili, eliminando corsie. Non è detto, però, che così facendo, gli automobilisti si scoraggino, cercando altre strade. Si entrerebbe sì meglio nella piazza per via del numero minore di mezzi al suo interno, ma ci sarebbero code ancora più lunghe nei corsi , seppur con un movimento maggiore (forse).

Ma, a parte questi studi, ipotesi, opinioni e dettagli, io mi chiedo tre semplicissime cose:

1) costa così tanto un sottopassaggio?

2) perché la stragrande maggioranza delle persone non si sposta coi mezzi pubblici, con le biciclette (proprie o del bike-sharing, così nessuno gliele ruba) o con gli scooter?

3) perché così tante persone, e questo lo noto da me in zona Sud, vanno a lavorare fuori città, e altrettante invece entrano per andare a lavorare verso il centro?

Ognuno abita e lavora dove gli pare o dove può, ma tutto ciò è senza senso!