A differenza degli ultimi anni, nei quali non riuscii a prendere quasi mai la bici (per diversi motivi, non ultima la motivazione, perché non ha senso fare sport se non si hanno i giusti ritagli di tempo), quest'anno ho iniziato bene l'anno, salendo in sella già a fine febbraio. Certo, niente in confronto al 2011 quando la presi addirittura il 1° gennaio, ah ah ah! Non a caso fu l'anno in cui feci il mio record di km...
Dicevo, ho preso abbastanza presto la bici, perché il clima era piacevole. Purtroppo poi il meteo è stato un po' 'ballerino', concedetemi questo termine, quindi a volte c'era un bel calduccio, e altre volte tanta pioggia e molto fresco. Bene o male, comunque, qualche giro in pianura prima e in collina dopo sono riuscito a farlo, anche in parte col caldo.
Questa è però l'estate più calda di sempre, credo, e allora le mie buone intenzioni di tornare ad andare bene in salita sono scemate, perché nelle ultime 2 settimane ho fatto solo 2 salite al Colle della Maddalena (Parco della Rimembranza di Torino), perché soffro troppo il caldo, mi va giù la pressione e ho solo voglia di stare seduto se non sdraiato. Non a caso l'ultima volta sono salito col cielo coperto.
Peccato perché le gambe stavano iniziando a girare bene anche nelle salite più impegnative e allora non posso che sperare in un calo delle temperature repentino grazie ai prossimi temporali previsti.
Arriveranno davvero? Alla fine durante nella settimana che seguiva quella più calda dell'anno, i meteorologi hanno sbagliato parecchie volte: dicevano che la temperatura max sarebbe stata di 34, invece riecco i 38 circa; poi dicevano "domani 29", e invece erano 34. Insomma, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio :)
Che senso ha questo post? Non lo so, volevo solo dirvi che andare in salita e poi in discesa mi piace veramente tanto, anche se da qualche anno lo faccio solo su strada. Ci sono stati anni in cui usavo sempre la MTB e d'estate andavo anche a Pila, Bardonechia, Sauze, Prali, ecc. Bei tempi quando coi miei amici della bici mi divertivo veramente tanto.
Tornando in collina, mi vengono subito alla mente tutte quelle salite e strade affrontate per la prima volta da ragazzino nella seconda metà degli anni '90 in totale solitudine. Potevo andare dove volevo, vestito come volevo, cantare ciò che mi piaceva e pareva. Il bello della bici è anche questo, starsene per i fatti propri andando via dalla propria casa, dal proprio quartiere (proprio tra virgolette perché non lo scelgono ovviamente i figli, ma i genitori), senza alcun obbligo nè limite, se non quello del buon senso e dei propri muscoli.
La bicicletta è anarchia pura nel senso più positivo del termine.
Spesso le persone, per anarchia, intendo solamente il caos e la violenza. In realtà anarchia significa non voler far parte delle architetture sociali, quindi sfuggire dalle varie prigioni e maschere. Sono convinto, inoltre, che non sia affatto necessario avere la fede religiosa per poter vantarsi di essere moralmente superiori alla massa, senza dunque dover badare alle convenzioni e leggi sociali e statali.
Mi spiego: se sono una brava persona posso definirmi anarchico senza problemi, perché non ho bisogno di studiare e rispettare le leggi, per rispettare il prossimo e l'ambiente.
Ecco, quando vado in bici oltre a pensare a quando cacchio comparirà la cima, mi sparo anche pensieri di questi tipo.
Ah, ma che salite ho fatto? Le ultime 2 volte sono salito per strada San Vito, ovvero quella strada che parte subito con estrema pendenza dalle vicinanze del ponte Isabella. Mentre nelle settimane precedenti ho fatto le salite intorno a Cavoretto, senza però superare la famigerata strada Tetti Gariglio (ora invece la farei, alla fine bastano 2 salitelle per rimettermi in forma, pur andando piano, perché per aumentare ritmo e potenza ci vogliono tante uscite fatte con una condizione mentale e alimentare ottima).
Fin dalla prima discesa di quest'anno, comunque, mi sono trovato benissimo, cercando la velocità massima e la migliore traiettoria possibile, anche perché ho pulito cerchi, pastiglie e homontato copertoni più larghi. Se non avete fretta nelle salite e volete migliorare nelle discese o godervele maggiormente, vi consiglio di modificare la larghezza. Non capisco perché molti stradisti, puntino tutto sulla salita e basta, per fare poi le discese super rigidi senza piegarsi. Mah!
Nessun commento:
Posta un commento