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giovedì 29 settembre 2011

21: Giro nelle Langhe

Finalmente un bel giro rilassante nelle Langhe (mentre molti, in questa zona, lavorano da manovali ore e ore sotto il sole per raccogliere i grappoli d'uva, voi che amate il vino andate a ringraziarli)!

40 km partendo da Verduno, scendendo verso Roddi, salendo verso Ciocchini (senza toccarlo), discesa su Gallo per poi salire a Castiglione Falletto, Monforte, quindi scendere a Barolo e ritornare a Verduno passando per La Morra.

Ognuno può partire da dove più gli è congeniale, io sono partito da Verduno per motivi "logistici" e questo mio giro inizia subito con una discesa indimenticabile, infatti si scende in picchiata verso Roddi con a fianco una specie di burrone panoramico sulle vigne!
E' proprio vero che prima di partire bisogna controllare tutto, compresi i freni, anche se nell'ultimo giro fatto hanno funzionato alla perfezione, eheh


Prima di sfiorare Roddi (chi vuole può ovviamente entrare nel paese senza problemi), però, bisogna anche fare un pezzetto di salita, dopodichè la strada tornerà a scendere, ma lievemente, verso la SP3 che sconsiglio di percorrere (è tutta dritta e super trafficata anche da camion).
Dato che dobbiamo andare verso Ciocchini (che non si attraverserà, dato che la strada che porta lì è sterrata), a Sud di Roddi, si deve prendere una strada che sale sulle sommità di fronte a Roddi, più precisamente via Fontana che poi, quando scollina e diventa una discesa veloce, prende il nome di Località Rocca Bella (link Google Maps).
Anche qui, dopo la discesa molto veloce, si rideve pedalare in salita non appena la strada compie una curva a gomito, per poi ridiscendere verso un incrocio. A destra si va a Ciocchini (ma non c'è alcuna indicazione) e verso il ristorante il Vigneto (sembra un posto alquanto chic), a sinistra invece è la strada che fa per noi che ci porta alla
rotonda del Gallo (link G.Maps), superata la quale si prende la strada che a destra porta a Castiglione Falletto.
Dopo circa 1,5 km, in parte su strada non propriamente perfetta, si avrà sulla destra l'azienda Terre del Barolo (vendita di vini), mentre a sinistra la strada di spicco di questo giro, ovvero la salita verso Castiglione Falletto e Monforte d'Alba (via Alba Monforte, link G.Maps)!


La salita, per nulla ardua, è lunga 9,5km i quali vanno via senza accorgersene troppo se non in rari punti dove aumenta la pendenza. Mi preme segnalare la presenza di una fontana in quel di Castiglione Falletto, proprio lungo la strada percorsa, anche se getta acqua calda.
Anche qui il traffico è molto ma molto limitato, l'asfalto è ottimo e il panorama eccezionale, specialmente in questo periodo in cui ci sono diverse tonalità di verde e anche di giallo.
Giunti nei pressi di Monforte d'Alba (bandiera arancione TCI, anche se stanno costruendo tre obbrobriosi condomini), devo però segnalare un fatto negativo.
Non so se è sempre così, ma di fronte ad una villa ho trovato per strada un cagnone che, se in apparenza sembra docile, tutto da accarezzare, si dimostra di tutt'altro carattere appena gli si passa a fianco in bici, infatti ha cominciato ad abbiare all'impazzata facendomi compiere uno sprint alla Cipollini! Per fortuna dopo pochi metri ha smesso d'inseguirmi, forse perchè era già stanco, forse perchè aveva capito che non mi avrebbe mai raggiunto o forse perchè lì finiva il suo territorio.


Da Monforte si scende a Barolo (si svolta a destra, ma non ci si può sbagliare, dato che è segnalato. Link G.Maps), è una bellissima discesa di 6km, ma purtroppo questo tratto è già un po' più trafficato e può capitare di pedalare al fianco di qualche tir, sigh!
Fantastico il passaggio a Barolo con al proprio fianco il bellissimo castello e dietro un folto boschetto! Anche qui ottimo asfalto, tranne per poche centinaia di metri entrando nel comune di Barolo.
Le gioie però finiscono presto, infatti torna la salita per arrivare a La Morra.
Dopo pochi metri, terminato il paese di Barolo, si svolta a sinistra prendendo dei tornanti che ci fanno salire di quota. Questo tratto, di 1,2km, fa parte della famigerata SP3, ma qui non è più un rettilineo, a differenza del pezzo di cui ho parlato ad inizio post. All'incrocio successivo, si gira a destra per La Morra (link G.Maps) e in 6km circa di moderata fatica, ma per fortuna all'ombra (almeno nel tardo pomeriggio) si giunge nel colorato paese di La Morra. Giunti in prossimità della fine del paese, si svolta a sinistra per tornare a Verduno prendendo via Richieri (link G.Maps). Si scende fino ad una rotonda e si prende la terza uscita (direzione Nord-Ovest). In questa rotonda non ci sono chiare indicazioni per Verduno, ma viene naturale prendere la strada a sinistra poichè a destra c'è La Morra e dritto c'è un campo sportivo.
La discesa continua su un rettilineo e dopo poco c'è un bivio: bisogna prendere la strada a destra (ci sono le indicazioni ma queste sono oltre il punto di svolta, quindi tenetevelo a mente) per Verduno.

Da qui, per tornare a Verduno, è un gioco da ragazzi, basta andare dritto e alla successiva rotonda, svoltare a destra.

Info varie:
km: 40 ca.;
paesi toccati/attraversati: 7 --> Verduno, Roddi, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, Monforte d'Alba, Barolo, La Morra (e di nuovo Verduno of course)
altitudini paesi in mt slm: Verduno 380, Roddi 280, Grinzane Cavour 195, Castiglione Falletto 350, Monforte d'Alba 480, Barolo 300, La Morra 510.
dislivello positivo: 595mt
fontane:
1 a Castiglione Falletto (probabili altre presenze nel belvedere di Verduno);
punti d'interesse: belvedere di Verduno, castello di Roddi, campagna tra Roddi e Verduno, castello di Castiglione Falletto, Monforte e Barolo, centro di La Morra.

Info piste ciclabili Torino

Segnalo due problematiche relative alle piste ciclabili nei dintorni di Torino (a Maggio ne rencensì varie nella città, quindi so bene che di problemi ce ne sono molti più di due, ma questi due casi li ho scovati in questi giorni):

La prima riguarda l'attraversamento ciclopedonale nei pressi della rotonda a tre corsie di strada del Portone (sopra passa corso Allamano), in zona Grugliasco (ad Ovest di Torino).

Nell'immagine sopra, il rosso è la pista ciclabile; il giallo è un tratto di strada che consiglio di percorrere anche in bici quando si rientra a Torino (verso Est, quindi) per non dover aspettare altre ore per attraversare; in blu invece ci sono due frecce che indicano il senso di marcia dei mezzi motorizzati e allo stesso tempo indicano i punti cruciali dove sorgono problemi per noi ciclisti, problemi legati al traffico.

Allora, se dobbiamo rientrare a Torino (Est), noi ciclisti siamo sulla pista ciclabile posta a sinistra di ambo le carreggiate. Arrivati nei pressi della mega rotonda, però, dobbiamo spostarci alla loro destra ed è un vero dramma
perchè subiamo l'arrivo frenetico di auto che provengono sia da Ovest che da Est (quelle che girano intorno alla rotonda per metà per poi scendere a Sud come le altre da Ovest).
Superato questo primo incrocio, c'è subito quello col traffico proveniente da Sud. Se riusciamo a superare indenni anche questo (le auto ogni tanto si fermano, ma ovviamente bisogna farsi vedere e rischiare un po', altrimenti nessuno si sogna di fermarsi per fare passare la gente in bici, purtroppo, dato che anche gli automobilisti devono lottare con i loro simili provenienti dalla mega rotonda), sconsiglio di seguire le indicazioni per la pista ciclabile, ma di andare dritti, nel senso di marcia delle auto, costeggiando il CAAT (tratto in giallo).

Ovviamente il pericolo c'è anche in senso inverso, ma se si parte da Torino al mattimo o al primo pomeriggio e si ritorna verso le 13 o verso le 18, i problemi sorgeranno principalmente nel senso qui sopra indicato.

La mia soluzione?

Optare anche per una corsia riservata alle bici anche sull'altro lato di questa strada a scorrimento veloce e poi unire le due con un ponticello! Se è vero che tanto multe vengono staccate in ogni comune per gli eccessi di velocità ed altre "amenità" che vedono coinvolti gli automobilisti, e se è vero che una quota di questi incassi devono essere usati per la sicurezza stradale, penso che i fondi per quest'opera buona ci possano tranquillamente essere!


Problema n.2:
Qui siamo a Collegno, più precisamente in via Edmondo De Amicis, dove da qualche tempo sorge la fermata della Metropolitana che poi "sfila" sotto corso Francia. Questo tratto, posto ad Est del parco, di cui ora non ricordo il nome, che costeggia l'ex manicomio, è in una zona industriale alquanto degradata (fa venire la depressione!), ma c'è una pista ciclabile.
Il problema è che risulta essere separata dalla corsia riservata alle auto solo da una striscia colorata (almeno fino a poco prima della fermata, dopo va sul marciapiede)! Ma non è finita qui, infatti se ad un certo punto c'è un dosso per rallentare i mezzi a motore, questo stesso dosso non è presente nella corsia riservata alla bici, così capita spesso che le auto invadano la pista ciclabile! Assurdo!

sabato 24 settembre 2011

Relax nei parchi di Torino

Fotografia, del gennaio 2009, della struggente bellezza naturale che si può trovare vicino alla città!

La prossima settimana inizierò un'attività di scoperta all'interno (e nei dintorni) della città di Torino, sia la zona Sud che la zona Nord, e in ambo i casi la tematica sarà il "relax nei parchi di Torino", infatti andrò alla ricerca di belle strade sterrate e sentieri in parchi come quello del Boschetto di Nichelino, delle Vallere, del parco di Stupinigi, del parco del Meisino, della Colletta, ecc. Interessante sarà anche trovare le vie più idonee al transito ciclistico, per unire i vari parchi.

Chi fosse interessato ad aggreggarsi per compiere questa perlustrazione, può lasciare un semplice commento con la propria email per essere contattato!

giovedì 22 settembre 2011

Traffico di imbecilli


Nel corso dove abito, ogni giorno dalle 16 alle 18 circa, c'è un traffico allucinante e questo vale per ogni altro corso delle nostre città.


Gli idioti al volante sembrano non rendersi conto del traffico, della quantità industriale di auto presenti sul loro stesso tratto di strada, infatti clacsonano disperati perchè vorrebbero andare avanti compiendo il loro alacre gesto dello "sgasamento".
Ora capite perchè li chiamo imbecilli vero?

Perchè non possono andare avanti se c'è qualcuno davanti a loro e non possono pretendere che davanti a loro non ci sia nessuno, se la massa ritiene bello e normale usare quotidianamente, più volte al giorno e per di più in città, l'automobile.

Prendete i treni e i bus. Quando arrivate in città usate i tram, andate a piedi o usate la bici, non perdete tempo ad annoiarvi e incavolarvi nel traffico di lamiere roventi!

venerdì 16 settembre 2011

E c'è ancora gente contro la bici


Stamattina ho letto, su La Stampa di Torino, sezione Specchio dei Tempi, una lettera assurda scritta da un automobilista/pedone insofferente per i ciclisti che passano sotto i portici (ha ragione se i pedoni sono tanti, io li prendo, e solo quelli vicino a casa mia, perchè so che c'è poca gente), passano col rosso (se non c'è nessuno passo controllando bene, perchè i semafori esistono a causa delle auto, non dei cavalli o delle bici dato che questi non provocano morti a differenza di chi usa scatole di lamiera spinte da un razzo), di notte girano senza faretti (qui concordo totalmente!) e che quindi non ci si può stupire se gli automobilisti ce l'abbiano con i ciclisti!
CO-CO-CO COOOOSA, COSACOSACOSA???

Sono i ciclisti a doversela prendere con gli automobilisti, non tutti, sia chiaro, ma con quelli che, andando ad elevata velocità, all'arancione non frenano e superano gli incroci col rosso anche se ci sono già altri automobilisti e..ciclisti pronti ad attraversare avendo il verde; ma con quelli che svoltano senza freccia..e provate voi a pedalare di fianco ad auto che si comportano così; ma con quelli che posteggiano sulle strisce del passaggi pedonali e ciclabili (quanti ce ne sono, sigh!), con quelli che svoltando anche se hanno il rosso se ne fregano della corsia riservata ai ciclisti; ma con quelli che posteggiando in doppia fila, fanno correre pericoli ai ciclisti, dovendo questi spostarsi in un tratto di strada ancora più stretto con dietro le auto che arrivano rombando.

Da par mio, comportandomi bene, ricevo clacsonate solo dagli stronzi. Che questo signore faccia parte di questa categoria di esaltati motorizzati che devono andare dal punto A (la loro brutta casetta puzzolente) al punto B (sicuramente un castello dove li aspetta Claudia Schiffer o, ancora meglio, in Africa a salvare l'umanità sofferente!)

Allora, super incazzato per questa grande dose di ignoranza che vuole vedere solo i lati negativi, ho risposto piccatamente.


"E' incredibile come ancora oggi ci sia gente che riesce a vedere solo i disagi provocati da pochi ciclisti, come ad esempio il passaggio sotto ai portici.

Cos'è questo rispetto ai danni provocati da migliaia di automobilisti? Ogni giorno c'è qualche auto, furgone o tir che ammazza pedoni, ciclisti e automobilisti (e io ne so qualcosa avendo rischiato varie volte causa bramosia di velocità della gente al volante).
Ogni sabato sera e ogni w.e. dei periodi feriali, sulle autostrade e statali, c'è un bagno di sangue.
La bici ha mai e potrà mai creare tutto ciò? No, allora di cosa si lamenta certa gente che semplicemente parla di piste ciclabile, senza neanche averle mai viste nè provate, vedendole come una sorta zoo o prigione per gente un po' folle e non al passo coi tempi (e che tempi!) come i ciclisti?
I ciclisti per fortuna sono sempre di più e pedalano dove possono senza inquinare, fare rumore, causare intasamenti e morti.
Pretendiamo massimo rispetto!"

pedalatoro.blogpsot.com

venerdì 9 settembre 2011

Ciclismo come forma di umanesimo

Tratto da "Il bello della bicicletta" di Marc Augè (pagg. 64-65):

"La moda della bicicletta è legata senza dubbio, almeno in parte, a un fenomeno di opinione, ma appena siamo in sella cambia tutto, ritroviamo noi stessi, riprendiamo possesso di noi. E' la nostra storia personale ad accudirci.
Il mondo esterno si impone concretamente nelle sue dimensioni fisiche. Ci resiste e ci obbliga ad uno sforzo di volontà, ma allo stesso tempo, si offre a noi come spazio di libertà intima e di iniziativa personale, come spazio poetico, nel pieno e primo senso del termine.

I bambini, più degli adulti, sono naturalmente filosofi e si fanno continuamente domande. Non sono ancora abituati, e lo spettacolo delle cose inerti li sorprende tanto quanto quello delle diverse forme di vita.
Allo stesso tempo si comportano come i poeti: giocano, inventano delle storie e, a differenza degli adolescenti, che rischiano sempre di scontrarsi con i sogni diurni e di sfiorare la nevrosi, come ci ricorda Freud nel suo intervento Il poeta e la fantasia, i bambini sanno distinguere tra le cose, tra il mondo ludico e la realtà. L'uso della bicicletta per un verso ci ridà lo spirito del fanciullo e per un altro insieme al senso del reale ci restituisce la capacità di giocare. Si lega così a una sorta di richiamo (nel senso del richiamo per i vaccini), ma anche di formazione continua e forse anche di qualcosa che potrebbe rassomigliare alla felicità.

Il solo fatto che l'uso della bicicletta offra una dimensione concreta al sogno di un mondo utopico in cui la gioia di vivere sia finalmente prioritaria per ognuno e assicuri il rispetto di tutti ci dà una ragione per sperare: ritorno all'utopia e ritorno al reale coincidono. In bicicletta, per cambiare la vita! Il ciclismo come forma di umanesimo."

Siamo costantemente condizionati dalla società a comportarci come viene imposto da chi questa società l'ha plasmata e continua a comandarla con la forza dei soldi e dei mezzi di produzione.
Molte volte mi sono dovuto scontrare con il mio desiderio di trovare un pizzico di felicità sui pedali a causa della massiccia e incessante presenza delle automobili e furgoni lungo le strade della mia città.
Non appena si compiono 18 anni, ecco che tutti vogliono buttarsi in questo groviglio, in questa "discarica mobile" che porta in giro a velocità pazzesche come missili corpi fermi che non ricevono stimoli esterni, ma anche a velocità da bradipo.
La bicicletta si pone in mezzo, non costituisce un pericolo per nessuno, ma non c'è spazio per loro se non su ridicole piste ciclabili che testimoniano quanto le città, quanto il nostro mondo, sia stato costruito per la velocità, per il consumo, contro il rispetto del prossimo e contro la convivialità.

Voler uscire in bici e riuscire a prenderla nonostante i mille pericoli è un grande atto di coraggio e di amore verso noi stessi, il prossimo, la nostra città e l'ambiente, ed è proprio vero: quando pedaliamo siamo noi stessi, sia perchè dobbiamo essere abili nel superare i più svariati ostacoli e portare a casa la pellaccia, sia perchè l'aria in faccia, e il mondo circostante visto ad una velocità più umana, ci ravvivano, ci portano a pensare cose ad esempio su com'è strutturata la città, sui suoi abitanti, sugli stimoli (spesso negativi) che ricevono dai cartelloni pubblicitari, ecc.
Durante il tragitto in bici si è felici, quando si arriva al punto prescelto si è soddisfatti.
Con l'auto, l'unico modo per ottenere queste belle sensazioni, è sgasare cercando con rabbia di superare tutte le altre auto poste davanti pensando così, che in cima al gruppo, e da soli, si possa guadagnare qualcosa. Cosa? Niente, perchè quello scatto è di rabbia e perchè si troverà un altro gruppo di auto in fila, un altro intasamento.
La velocità delle auto è illusione pura, oltrechè malattia che porta alla morte diretta!