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martedì 20 aprile 2021

55 km dal Sangone alla Dora Riparia

Questa mattina ho fatto un bel giretto in MTB, con però tanto asfalto (infatti alla mia front, la scorsa estate, misi subito dei copertoni semislick), prima seguendo il fiume Sangone, poi la Dora Riparia.

Inizialmente è simile a quello fatto a inizio mese, ma poi col passare dei KM l'ho personalizzato sul momento in base a miei desideri e a ricordi del passato (dopo ve ne parlo).

Quindi pista ciclabile che da Beinasco termina a Sangano, stando quasi sempre lungo il Sangone. Poi svolta a destra prendendo la sterrata della collina di Rivalta che porta appunto a questo paese. Sin qui tutto uguale.

Giunto al termine di via San Sebastiano, anziché entrare in paese per andare a prendere subito la ciclopista per Rivoli, ho svoltato immediatamente a sx con una curva a gomito in strada comunale Rivalta-Villarbasse. Questa è una sterratona che, poi, svoltando a destra sale di circa 40 metri andando verso il Rio San Quirico/Garosso di Rivalta (un piccolo corso d'acqua che, nel tratto da me, attraversato, a differenza della bealera vista prima, era completamente secco...).

Ad un certo punto, sulla destra, c'è un sentiero che scende, ma ve lo sconsiglio, perché è super pietroso (non a caso Komoot lo classifica come S4, anche se mi pare esagerato...). Così ho proseguito dritto in salita nella sterratona principale, all'interno di un'ambientazione da favola, d'altronde siamo in Primavera, la stagione migliore di tutte (a parte per la presenza degli insetti!). 

Questo fino al raggiungimento di un sentiero che scende sempre sulla destra ma, attenzione: non lo notate subito, in quanto parte un po' nascosto.
Per farvi capire, lo trovate sulla dx quando vi troverete dinnanzi ad un bivio con sterrate larghe. Questo sentiero è classificato S3 (ma non ha nulla a che vedere con quello, sempre S3, che trovate al Monte San Giorgio...quello sì che è hard!), ha una buona pendenza, è un po' scavato, ma io l'ho fatto senza problemi, abbassando la sella e nonostante i limiti del mio mezzo.

Al bivio successivo, ho svoltato a destra superando il rio, proseguendo verso Est.
Dopo qualche centinaio di metri ecco un altro bivio: inizialmente ho sbagliato svoltando a sx, poi guardando la mappa sul tel, mi sono accorto di dover tornare indietro perché avrei dovuto svoltare a dx superando il garosso. Qui la strada diventa più classica, seppur sterrata.
Al bivio seguente, ho svoltato a sx per salire verso Nord per raggiungere Strada Monsagnasco (la riconoscete perché il primo tratto è in salita). Ma, a differenza di ciò che viene riportato nella mappa di Komoot, il sentiero (S2) a metà di questra strada, che porta alla ciclopista Rivalta-Rivoli non l'ho trovato, in quanto ci sono soltanto campi. Così ho dovuto prendere la strada classica, sterrata, con purtroppo davanti a me un furgoncino.

Verso Rivoli la strada torna uguale al giro del 5 aprile, ma poi a Rivoli, anziché salire al castello, sono andato a prendere una strada che avevo scoperto 9 anni fa, ovvero Strada Paverano che porta ad Alpignano. Fate attenzione a non prendere Strada Rosmarino.

In questo paese ho preso via Garibaldi per poi svoltare a sx in direzione Nord verso il parco della Pace, da cui è prendere il ponte ciclopedonale superstretto sopra la Dora Riparia.

Attenzione: da quello che ho notato, Komoot vi fa credere che proprio lì sotto scorra una pista ciclabile, in realtà quel tratto lo stanno completando ora (ma non sono della zona, quindi magari dico cazzate), così per prenderla, bisogna salire in via Pianezza su asfalto, passando prima di fianco a degli orrendi palazzoni in stile sovietico. Dopo poco, sulla dx, ecco l'indicazione in marroncina della pista ciclabile che scende attraverso 2 tornanti (attenzione alla ghiaietta). Questo è un tratto che va bene per raggiungere La Mandria...

Oggi però non sono andato lì, ma ho proseguito dritto tralasciando Pianezza e andando in direzione Collegno, quindi Sud-Est. 

Per la prima volta ho preso il ponte ciclopedonale con pavimentazione in legno, in alcuni punti non perfetto, per poi seguire l'unico sentiero disponibile e devo dire molto carino che va verso Sud. Ho poi preso via Collegno ex SP177, sbucando dopo un tratto di salita su asfalto, in via Alpignano. Da qui ho poi raggiunto il parco della Certosa di Collegno, per poi tornare a casa a Torino Sud, passando ovviamente anche da Grugliasco e Gerbido, dove c'è la nuova pista ciclabile protetta.

In realtà, prima di via Alpignano, non è tutto filato liscio, ahahah, in quanto avendo il tel nella tasca posteriore della maglia da ciclismo, anziché sul manubrio, sono andato un po' alla cieca seguendo una strada per me sensata: questa mi ha prima portato agli ex Mulini della Barca, ma soprattutto dopo in una sorta di Vietnam alla fine di via Molini dove un sentierino stretto passava vicino a degli orti, non so se abusivi o meno, comunque che schifo di posto. Accortomi dell'assenza di un proseguimento, sono tornato indietro maledicendo non tanto l'errore, quanto il dover andare in via Alpignano salendo su asfalto, per di più rovinato.

Alla fine ho fatto poco più di 55 km, grazie a questo erroruccio, grazie ad un giretto nel parco di Collegno (molto bello, pieno di pratoni dove ogni tanto ci porto il mio cane) e poi 'grazie' all'assenza dei semafori in corso Tazzoli angolo corso Orbassano, la qual cosa mi ha fatto allungare un po' andando a prendere via Carlo Alfonso Nallino.

A parte ciò, queste sono strade che sono ottime con una MTB da XC e una gravel, e possono portare a diversi itinerari: la Mandria, come detto, oppure a scoprire altri sentieri nella collina di Rivalta, oppure ad addentrarsi nella collina di Rivoli salendo prima al castello, oppure prendendo qualche stradina in zona Villarbasse, per non parlare della possibilità di andare in direzione Moncuni attraverso questo sentiero dopo Sangano.

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