Che bello, verrebbe da dire e da esultare, vedendo tutte le nuove pianticelle (diventeranno alberi? Mah, speriamo) che sono state da poco piantate in diversi parchi della città di Torino.
Ne ho viste sia al Parco Gustavo Colonnetti (Sud), sia al Parco Colletta (Nord).
Bello perché gli alberi ci servono per assorbire CO2 e per donarci ossigeno.
In realtà, per migliorare la nostra attuale e deprimente situazione ecologia, ne servirebbero molti di più rispetti agli ipotetici 6,6 milioni di alberi che l'Italia dovrà piantare nel giro di qualche anno.
Per cui dal punto di vista ambientale queste nuove piantumazioni servono davvero a poco.
Anziché concentrarsi su nuovi alberi, sarebbe molto meglio rinverdire spazi abbandonati, anziché costruire supermercati sopra prati/giardini esistenti (progetto Esselunga vicino al Tribunale) o ahimé non più esistenti (supermercato di non so chi in corso Brunelleschi angolo via Bardonecchia), perché più erba c'è, meno si sente d'estate la botta di caldo. Ma non solo. Infatti, quando piove molto, ad esempio in primavera (speriamo!) e in autunno, ecco che i prati servono per immagazzinare l'acqua, per far sì che il suolo non sia impermeabile.
Meglio avere più prati diffusi che nuovi alberelli sui prati già esistenti.
Eliminare, far scomparire forse per sempre dei prati e poi piantare alberelli non ha alcun senso, sa soltanto di mossa ipocrita.
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