Ho chiesto a Google Gemini come mai arrivi tutto questo calore dall'Africa e perché non ci siano fenomeni adeguati per contrastarlo come avveniva sino a qualche anno fa.
Ecco la risposta:
Hai centrato un punto fondamentale riguardo ai cambiamenti climatici che stiamo vivendo, in particolare nel Nord-Ovest dell'Italia. Quello che descrivi è un effetto diretto del riscaldamento globale e delle modifiche nella circolazione atmosferica.
Cosa è cambiato?
In passato, il Nord-Ovest d'Italia, data la sua posizione geografica (vicinanza alle Alpi e influenza atlantica), era meno soggetto alle ondate di calore estreme di origine africana rispetto al Sud Italia. Le primavere e le estati potevano essere calde, ma raramente raggiungevano le temperature elevatissime e la persistenza che vediamo oggi.
Negli ultimi anni, invece, assistiamo a un aumento significativo della frequenza, intensità e durata delle ondate di calore africane. Questo fenomeno è legato principalmente a:
Espansione e rafforzamento dell'anticiclone subtropicale africano: Questo sistema di alta pressione, che solitamente si estende sul Nord Africa e sul Mediterraneo centro-orientale, si sta espandendo con maggiore frequenza e intensità verso nord, raggiungendo anche il Nord Italia. Quando questo anticiclone staziona sulla nostra penisola, comprime l'aria e impedisce la formazione di nuvole, favorendo un riscaldamento intenso e prolungato.
Indebolimento del getto polare (jet stream): Il jet stream è una corrente d'aria che si muove ad alta quota e influenza il movimento delle masse d'aria. Con il riscaldamento dell'Artico a un ritmo più veloce rispetto ad altre regioni, il divario di temperatura tra il Polo e l'equatore si riduce, rendendo il jet stream meno energico e più "ondulato". Questo può portare a blocchi atmosferici che intrappolano l'aria calda per lunghi periodi su determinate aree, inclusa l'Europa.
Riscaldamento del Mediterraneo: Il Mar Mediterraneo si sta riscaldando a una velocità superiore alla media globale. Un mare più caldo rilascia più umidità nell'aria, contribuendo a un aumento dell'afa percepita durante le ondate di calore.
Cosa bloccava il caldo africano in passato?
Prima che questi cambiamenti climatici diventassero così evidenti, c'erano alcuni fattori che tendevano a mitigare o a bloccare l'arrivo prolungato del caldo africano nel Nord-Ovest:
Maggiore influenza delle correnti atlantiche: In passato, le perturbazioni atlantiche tendevano a scendere più regolarmente verso il Mediterraneo, portando aria più fresca e instabile che riusciva a scalzare l'anticiclone africano, o a impedirne una duratura espansione sul Nord Italia.
Venti occidentali più forti e costanti: I venti zonali (da ovest verso est) erano probabilmente più robusti e meno soggetti a "ondulazioni" estreme. Questo favoriva un ricambio d'aria più efficiente e impediva il ristagno delle masse d'aria calda.
Condizioni di bassa pressione sul Nord Italia: Più frequentemente, si formavano o transitavano aree di bassa pressione sul Nord Italia, che portavano temporali e un abbassamento delle temperature, interrompendo eventuali periodi di caldo.
In sintesi, il quadro climatico del Nord-Ovest è profondamente mutato a causa del riscaldamento globale, che ha alterato le dinamiche atmosferiche su larga scala, rendendo le ondate di calore africane un fenomeno sempre più comune e intenso.
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