"Nei centri urbani abbiamo una maggiore rilevanza di incidenti gravi
rispetti alla media europea:
il 43% dei morti in Italia avviene nei
centri urbani, in Europa la percentuale è del 35-36%, in Gran Bretagna,
ad esempio, siamo sul 30%.
Questo vuol dire che nei centri urbani c'è un
problema di sicurezza, la metà dei morti nei centri urbani sono pedoni e
ciclisti, se aggiungiamo i motociclisti arriviamo all'83%."
https://www.gazzetta.it/motori/mobilita-sostenibile/12-04-2025/nuovo-codice-della-strada-cosa-e-cambiato-per-le-bici_commenti.shtml
Ogni giorno sentiamo di incidenti mortali tra mezzi a motore con 4 o più ruote (auto, furgoni, tir), ma vengono diffuse poco le tragiche notizie di pedoni e ciclisti morti nelle nostre strade. Soltanto quando la vittima è minorenne, così la gente a casa piange e rimane incollata alla schermo.
Essendo questo dato tratto dal sito della Gazzetta dello Sport, non potevano che comparire commenti assurdi come questi:
"Quello che servirebbe per la sicurezza è soprattutto rendere il codice della strada materia scolastica.
Infatti oggi
come oggi solo chi vuole prendere la patente per
un veicolo a motore è costretto a conoscerlo.
Ma tutti sono soggetti al
codice della strada:
ciclisti, pedoni, cavallerizzi, ecc. (CAVALLERIZZI? Ma dove li vede? Forse non voleva mostrarsi discriminatorio soltanto verso i ciclisti?)
Solo chi non
esce mai di casa può legalmente permettersi di ignorarlo. E questa
differenza, questa ignoranza decise per legge sono la prima fonte di
pericolo."
Giusto rendere il codice della strada materia scolastica, ma come si fa a dire che questa ignoranza è la prima fonte di pericolo?
Alla fine la maggioranza dei ciclisti che gira in città per recarsi a lavoro è maggiorenne e ha la patente.
Il fatto che alcuni/molti passino col rosso non vuol dire che non conoscano le regole, anche perché quella è una regola base che viene insegnata a qualsiasi bambino, anche poppante, dai genitori.
E il pericolo non è certo la bici che passa col rosso in un incrocio dove non c'è nessuno se non magari a distanza siderale.
Il pericolo, lo sappiamo tutti molto bene, deriva dai pesanti mezzi a motore che vanno dai 30 all'ora in sù.
"Le biciclette non sono mezzi che possono circolare sulle strade
italiane. Chi vuole usarle vada sulle piste ciclabili dedicate o nei
velodromi"
Perché non possono? Occupano pochissimo spazio, quindi possono circolare in ogni via e viuzza, a differenza delle automobili, sempre più grandi, che hanno difficoltà nel transito, creano disagi, ingorghi e fanno respirare gas tossici cancerogeni.
E come fa un ciclista a usare solo le piste ciclabili per attraversare tutta la città, se poi queste si interrompono e se secondo questo genio le bici non si possono usare nelle strade italiane prive di piste c.?
Vabbé, ma questo è un coglione!!!
Ultimo commento:
"Peccato non siano citati le migliaia di ciclisti che passano con il
rosso, quelli che procedono contromano, quelli che non hanno dispositivi
acustici o luminosi di segnalazione o che comunque non li usano."
Giusto lamentarsi di chi passa col rosso, anche io qualche giorno fa mi stavo per incazzare con un mio 'collega ciclista' passato col rosso come se niente fosse, ma bisogna relativizzare:
i semafori comparvero quando praticamente il traffico su 4 ruote stava diventando insostenibile, e servono per fermare questi mezzi pesanti e veloci che sono un vero e proprio pericolo...
mentre le bici, come ho già scritto prima, occupano poco spazio, sono leggere, sono velocemente stoppabili (cioè se pinzi i freni le blocchi e non colpisci nessuno) e spesso passano col rosso là dove non ci sono veicoli in arrivo. Nel caso arrivi un'auto o un tir, sarebbe il ciclista scemo a subirne le conseguenze fisiche. E se dovesse comparire un pedone, la bici lo evita facilmente o si ferma subito. Discorso diverso per un'auto che ha un'altra stazza e un'altra velocità.
Perciò sì, ci sta prendersela con i ciclisti che non rispettano le norme, regole, leggi, codici, ecc., ma il pericolo numero 1 deriva dai mezzi a motori con 4 ruote, e a volte con 2 se parliamo di scooter e soprattutto moto potentissime, oltre che rumororissime.
Come se poi gli automobilisti non infrangessero le regole non solo del codice della strada ma del vivere civile:
1 - passano col rosso anche ai mille all'ora
2 - se è arancione accelerano per non doversi fermare col rosso (sempre che vogliano fermarsi!)
3 - posteggiano in doppia, ma anche in tripla fila
4 - clacsonano all'impazzata
5 - nei corsi, tangenziali, ecc., non vedono l'ora di sorpassare standoti attaccato al culo per poi fare zig-zag e magari tagliarti la strada appena notano lo svincolo che devono prendere
6 - stanno col motore acceso quando sono fermi posteggiati perché d'estate fa caldo e devono tenere l'aria condizionata, ma lo stesso vale d'inverno perché altrimenti si raffreddano poverini
7 - sorpassano e svoltano senza usare le 'frecce'
8 - gli automobilisti non fanno altro che urlare o avere facce tristi!
E se gli automobilisti fossero in NUMERO MINORE rispetto ai CICLISTI, allora uno potrebbe davvero prendersela con questi ultimi, ma la realtà è che ci sono ogni giorno CODE INTERMINABILI di automobili in ogni città, mica code di bici.
I ciclisti sono purtroppo pochissimi. Praticamente non esistono d'inverno e se ne vede qualcuno giusto nei bei giorni primaverili.
Quindi se sono così pochi come si fa a sentirsi in pericolo a causa loro? Come fanno questi automobilisti che leggono la Gazzetta e altri siti/giornali a non notare gli altri automobilisti? Forse già li insultano alla grande per la strada quando sono in coda che quando navigano sul web non ci vogliono pensare e non vogliono sentirsi parte del problema!